domenica 18 gennaio 2009

ANTONIO SORRENTI GdM 2009


Antonio Sorrenti
Antonio Sorrenti (Cittanova, 1944) - qui in primo piano, con la barba bianca - è Presidente del Centro Studi Triveneto sulla Shoah.
Ormai da oltre 10 anni con il Centro si dedica alla ricerca dei documenti che riguardano le leggi razziali e le loro conseguenze. L’attività di ricerca si è concentrata nel Triveneto e in Calabria. I due territori hanno un collegamento che consiste nel trasferimento degli internati dai campi del Triveneto a Ferramonti di Tarsia, vicino Cosenza, e viceversa.
Dopo alcuni anni di paziente e scrupoloso lavoro, nel aprile del 2004 è stata inaugurata la mostra “Frammenti 1938 -1945” visitata solo nel Veneto da più di 70.000 persone. La mostra raccoglie documenti, immagini e testimonianze sui campi di concentramento veneti. Nel frattempo il lavoro di ricerca è andato avanti con ottimi risultati. Già in programmazione è una seconda mostra, che costituirà il naturale seguito della precedente.
Uno dei cardini della ricerca - e delle mostre - è la necessità di rendere chiara la differenza tra i campi di concentramento "classici", i campi di concentramento provinciale e i campi di sterminio. I primi erano strutture circondate da filo spinato, all’interno delle quali gli internati erano raccolti e tenuti sotto osservazione. I secondi, almeno nella maggior parte dei casi, erano strutture che venivano adattate alla detenzione, come per esempio alberghi, aperte in comuni decentrati rispetto alle grandi vie di comunicazione. I terzi, infine, erano delle vere "fabbriche di morte".
I documenti ritrovati e messi a disposizione soprattutto delle varie scolaresche vanno dai documenti personali come carte di identità e autodenunce a documenti più generali che riguardano le restrizioni di qui gli internati erano soggetti e il comportamento che erano tenuti ad avere nei confronti delle persone e del territorio
Il Centro Studi Triveneto sulla Shoah ha raccolto documentazione su più di 60 campi di concentramento provinciali , attraverso i quali ha raccolto anche una documentazione sul campo di concentramento di Ferramenti. A questo lavoro si è unito anche la scoperta del percorso del convoglio 2 partito da Roma il 18 ottobre 1943. Il treno in questione grazie all’intervento delle crocerossine e dei ferrovieri padovani fu aperto e ai deportati fu dato acqua e cibo. Una donna venne aiutata a partorire e fu prelevato un morto in seguito sepolto al cimitero di Padova. Il 5 novembre del 2003 con la partecipazione della Comunità ebraica di Roma, del Comune di Roma, di coloro che fecero aprire il treno, abbiamo ricordato alla stazione le 1024 persone che con questo treno furono deportate ad Auschwitz. Di loro fecero ritorno a caso solo 15 uomini e 1 donna.
Una parte fondamentale del lavoro del Centro è la didattica nella scuole, che si articola su corsi di vario grado. I corsi, gestiti dallo stesso Sorrenti, si svolgono come normali ore di lezione e si basano sui documenti originali, che i ragazzi possono vedere e toccare con mano. Vi hanno partecipato decine e decine di scuole, per lo più nel Veneto, in Calabria, Sicilia e Basilicata.
Per un errore materiale il nome di "Antonio Sorrenti" è all'inizio comparso nei mezzi di comunicazione della Giornata della Memoria dell'Università della
Calabria come "Antonio Santori". Ce ne scusiamo in primo luogo con l'interessato (PC).

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